Nessuna abolizione per il redditometro, ma lo strumento assume una nuova forma con le novità del DL n. 108 del 2024. Cambiano le regole alla base dell'accertamento fiscale: scatta con redditi superiori a quelli dichiarati di almeno 70.000 euro e vengono tracciate nuove vie d'uscita
Il Decreto Legislativo n. 108 del 2024 ha introdotto una significativa svolta nella gestione del redditometro, uno strumento che da anni è stato al centro di accesi dibattiti. Con questo decreto, si è tracciata una via intermedia tra la vecchia versione del redditometro e la sua totale abolizione, mirata a colpire esclusivamente chi possiede redditi più elevati.
Un tetto per colpire solo i più abbienti
Il nuovo redditometro stabilisce un tetto per l’eccedenza dei redditi non dichiarati, fissato a circa 70.000 euro, equivalenti a dieci volte l’assegno sociale. Questo significa che l'accertamento fiscale si concentrerà su chi ha redditi significativamente superiori a quanto dichiarato, riducendo così l'impatto sui contribuenti con redditi più modesti.
Una riforma che cambia le regole del gioco
Durante i lavori di attuazione della riforma fiscale, il redditometro ha scatenato un forte dibattito politico. Inizialmente ripristinato tramite un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, lo strumento è stato subito sospeso a causa delle polemiche scaturite. La Commissione Finanze, durante l’esame parlamentare del decreto legislativo n. 108, ha spinto per una versione rinnovata e più equa, che evitasse l’utilizzo di metodi di accertamento di massa, come il vecchio redditometro.
Come funziona il nuovo redditometro?
Il nuovo redditometro si basa su due condizioni chiave:
- Eccedenza del reddito: Il reddito complessivo accertato deve superare di almeno il 20% quello dichiarato.
- Tetto di 70.000 euro: Il reddito non dichiarato deve essere almeno dieci volte l’importo dell’assegno sociale annuo, ossia circa 70.000 euro.
Questo approccio consente di concentrare i controlli sui redditi più alti, mentre i contribuenti con redditi più bassi avranno meno probabilità di essere sottoposti ad accertamenti.
Maggiori tutele per i contribuenti
Il nuovo sistema offre anche diverse vie d’uscita per i contribuenti. Questi possono dimostrare che le spese sono state finanziate con redditi esenti o non imponibili, o che provengono da risparmi accumulati negli anni precedenti. Il redditometro rimane, ma il suo raggio d'azione è stato notevolmente ridotto, rendendolo uno strumento più selettivo e mirato.
In sintesi, il nuovo redditometro 2024 rappresenta un passo avanti verso un sistema fiscale più giusto, che bilancia l’esigenza di combattere l’evasione fiscale con la necessità di proteggere i diritti dei contribuenti.