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Sfatiamo il mito delle note spese versus rimborso spese

23 ottobre 2024 di
Sfatiamo il mito delle note spese versus rimborso spese
SEMPI SRL, Liana Rotariu

Introduzione


Nel mondo del lavoro, uno degli aspetti più delicati e complessi da gestire è quello delle note spese e dei rimborsi spese. Spesso confusi o trattati con leggerezza, questi aspetti hanno invece un impatto significativo sia sui dipendenti che sui datori di lavoro. In particolare, la distinzione tra le note spese che entrano direttamente nella busta paga e quelle che vengono gestite come rimborsi separati può generare confusione, soprattutto quando si considerano i diversi regimi fiscali e contributivi applicabili.

In questo articolo esploreremo nel dettaglio le differenze tra note spese e rimborsi spese, con un focus particolare sui rimborsi chilometrici e su altre tipologie di spese. Il tutto verrà accompagnato da riferimenti normativi e considerazioni pratiche che possono fare la differenza per una gestione efficiente e conforme alla normativa del proprio business.

Definizione di Note Spese e Rimborso Spese

Prima di addentrarci nelle differenze specifiche, è importante chiarire cosa intendiamo per note spese e rimborsi spese:

  • Note spese: rappresentano le spese sostenute dai dipendenti durante lo svolgimento della loro attività lavorativa per conto dell’azienda. Queste spese possono includere viaggi, pasti, pernottamenti, spostamenti o altre spese connesse.
  • Rimborso spese: è l’importo che il datore di lavoro restituisce al dipendente per le spese sostenute nell’esercizio delle sue mansioni lavorative. Il rimborso può avvenire secondo diverse modalità, come vedremo in dettaglio.

Differenza tra Note Spese in Busta Paga e Rimborsi Diretti

Uno degli aspetti cruciali è la differenza tra le note spese che vengono inserite direttamente nella busta paga del dipendente e quelle che vengono pagate separatamente come rimborso. Vediamo in dettaglio:


Nota spese in Busta Paga


Le note spese inserite nella busta paga rappresentano una delle modalità più comuni di gestione dei rimborsi. In questo caso, le spese sostenute dal dipendente vengono sommate alla sua retribuzione mensile e appaiono direttamente nel cedolino.

Tuttavia, questa pratica presenta alcune peculiarità e insidie dal punto di vista fiscale e contributivo:

  • Trattamento fiscale: le somme riconosciute al dipendente come rimborso spese sono generalmente escluse dal reddito imponibile, a patto che vengano rispettate determinate condizioni previste dalla normativa. Quando, però, il rimborso avviene attraverso la busta paga, è importante distinguere tra le diverse tipologie di spese rimborsabili.
  • Contributi previdenziali: Le somme erogate come rimborso spese possono essere escluse dalla base imponibile contributiva. Tuttavia, la normativa prevede che tali importi siano opportunamente documentati e ricollegati a spese effettivamente sostenute per motivi di lavoro.


l TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) all’art. 51, comma 1, prevede che le somme rimborsate che si riferiscono a spese sostenute esclusivamente per conto del datore di lavoro non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente, a condizione che si tratti di costi documentati e giustificati da specifiche necessità aziendali.


Esempio: 

Se un dipendente anticipa delle somme per l’acquisto di materiali necessari allo svolgimento del lavoro o per il pagamento di una trasferta, tali importi, qualora correttamente documentati, possono essere rimborsati senza concorrere alla formazione del reddito.



Note Spese Pagate Direttamente


Diversamente dalle note spese in busta paga, i rimborsi diretti rappresentano una modalità più tradizionale di rimborso delle spese. In questo caso, il datore di lavoro effettua un pagamento separato per rimborsare le spese sostenute dal dipendente, al di fuori della retribuzione mensile.

I vantaggi principali dei rimborsi diretti includono:

  • Separazione chiara dalle retribuzioni: Questo metodo consente di evitare confusione tra il reddito effettivo del dipendente e i rimborsi, rendendo più trasparente la gestione dei compensi e delle spese.
  • Semplificazione fiscale: Dal punto di vista del dipendente, i rimborsi diretti non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente, a condizione che siano debitamente documentati e ricollegati all’attività lavorativa.


Rimborso Spese Chilometrico


Un caso particolare all'interno delle note spese è rappresentato dal rimborso chilometrico, che si riferisce ai costi sostenuti dal dipendente per l'uso del proprio mezzo di trasporto privato nell'ambito dell’attività lavorativa. Il rimborso chilometrico viene calcolato in base alle tariffe ACI (Automobile Club d’Italia), che variano a seconda del tipo di veicolo e della distanza percorsa.


Normativa di Riferimento


Secondo l’art. 51, comma 5, del TUIR, il rimborso chilometrico non concorre alla formazione del reddito di lavoro dipendente quando il dipendente utilizza il proprio veicolo per trasferte aziendali. Tuttavia, è necessario che il rimborso sia conforme alle tariffe ufficiali ACI e che le trasferte siano effettuate esclusivamente per motivi di lavoro.


Il rimborso chilometrico può avvenire tramite due modalità principali:

  • Rimborso forfettario: un importo fisso concordato in anticipo tra datore di lavoro e dipendente.
  • Rimborso analitico: basato sulle distanze effettivamente percorse e sulle tariffe ACI.


Il rimborso chilometrico viene calcolato moltiplicando la distanza percorsa dal dipendente per un coefficiente definito dalle tabelle ACI. Questo coefficiente tiene conto delle spese effettive sostenute dal dipendente per l’utilizzo del veicolo, comprese le spese per carburante, manutenzione, assicurazione e deprezzamento del veicolo.

Esempio


Se un dipendente che utilizza un veicolo con cilindrata di 1.4 litri potrebbe ricevere un rimborso di 0,50 euro per ogni chilometro percorso. Pertanto, se il dipendente percorre 100 km per una trasferta lavorativa, il rimborso sarà pari a 50 euro. Queste somme, a condizione che la trasferta sia giustificata, non verranno considerate come reddito imponibile.



Documentazione Necessaria

Affinché il rimborso chilometrico sia considerato esente da tassazione, è necessario che il dipendente fornisca una documentazione dettagliata, che includa:

  • Il motivo della trasferta
  • La distanza percorsa
  • Il veicolo utilizzato
  • L’importo del rimborso calcolato in base alle tabelle ACI

Inoltre, il datore di lavoro deve conservare queste informazioni per eventuali controlli fiscali.

Vantaggi del Rimborso Chilometrico

Il rimborso chilometrico offre numerosi vantaggi sia per il dipendente che per il datore di lavoro:

  • Vantaggi fiscali: Il rimborso chilometrico, se correttamente documentato, è esente da imposizione fiscale per il dipendente e non concorre alla formazione del reddito.
  • Risparmio per l’azienda: Dal punto di vista del datore di lavoro, il rimborso chilometrico è un’alternativa più economica rispetto all’acquisto o al noleggio di veicoli aziendali. Inoltre, esso consente di gestire con flessibilità le esigenze di mobilità dei dipendenti.


 Altre Tipologie di Note Spese


Oltre al rimborso chilometrico, ci sono altre tipologie di note spese che i dipendenti possono sostenere e che possono essere rimborsate dall’azienda senza concorrere al reddito. Alcuni esempi includono:


  • Vitto e alloggio: durante le trasferte, il dipendente può sostenere spese per il vitto e l’alloggio. Se tali spese sono adeguatamente documentate e giustificate da esigenze lavorative, possono essere rimborsate senza influire sul reddito di lavoro dipendente.
  • Spese telefoniche: le spese per l'uso di telefoni aziendali o privati per scopi lavorativi possono essere rimborsate in misura proporzionale all’uso effettivo per attività aziendali.
  • Spese di trasporto: Oltre al rimborso chilometrico, le spese per i trasporti pubblici (come treni, aerei, autobus) possono essere rimborsate. La normativa prevede che tali spese siano correlate a viaggi di lavoro e debitamente documentate tramite fatture o ricevute.
  • Spese di rappresentanza: Alcune spese sostenute dal dipendente per rappresentare l’azienda (come cene con clienti o fornitori) possono essere rimborsate e trattate fiscalmente in modo favorevole, a patto che siano correlate direttamente all’attività lavorativa.


Spese Anticipate dal Dipendente


Se il dipendente anticipa somme per conto del datore di lavoro, è importante che queste spese siano chiaramente documentate e collegate all’attività lavorativa. In questi casi, i rimborsi possono essere esentasse se l'azienda dimostra che le spese sono state sostenute nell’esclusivo interesse aziendale.


Il principio di fondo, sancito dal TUIR, è che qualsiasi somma erogata come rimborso spese deve essere collegata a una necessità aziendale e documentata per evitare che venga considerata reddito imponibile.


La Gestione Fiscale dei Fringe Benefit


Un altro tema correlato è quello dei "fringe benefit", ossia i vantaggi non monetari concessi ai dipendenti, come l'uso di auto aziendali, buoni pasto o alloggi aziendali. Questi benefici possono essere considerati parte della retribuzione e quindi soggetti a tassazione, ma esistono delle soglie di esenzione fiscale.


Per l'anno 2024, la Legge di Bilancio prevede che i fringe benefit non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente fino a un limite di 3.000 euro per i dipendenti con figli a carico. Tale limite è stato aumentato rispetto agli anni precedenti per incentivare il welfare aziendale e migliorare le condizioni dei lavoratori.



Conclusione


Le note spese rappresentano un aspetto cruciale della gestione aziendale, poiché influenzano sia il bilancio dell'azienda che il reddito dei dipendenti. È fondamentale che le aziende e i lavoratori siano consapevoli delle normative fiscali in vigore per evitare che rimborsi o fringe benefit vengano erroneamente tassati come reddito di lavoro dipendente.


Conoscere la differenza tra note spese in busta paga e pagate direttamente permette di ottimizzare la gestione fiscale e garantire che le spese sostenute per conto dell'azienda non generino un carico fiscale eccessivo per i dipendenti.

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